Di controllo di gestione se ne parla da sempre ma, spesso, si fa riferimento ad un check-up più o meno tradizionale e non di controllo di gestione con caratteristiche di dinamicità, assolutamente necessarie oggi nelle aziende che devono competere su mercati con scenari variabili.
Mi piace paragonare la vita di una azienda come un giro di pista di un gran premio, dove tutto deve tendere al miglioramento continuo per poter ottenere risultati sempre più competitivi e profittevoli, riuscendo comunque a dare adeguate risposte al mercato di riferimento.
Dunque, ci dovremmo porre quotidianamente una serie di domande per verificare che quanto stiamo facendo sia corretto, cercando di ottenere le risposte più adeguate. Questo perché, spesso ci imbattiamo in aziende altamente tecnologiche con prodotti all’avanguardia, ma carenti dal punto di vista del controllo interno, per non parlare della strategia.

Il controllo dinamico per un miglioramento continuativo
A proposito di domande, la prima che ci dobbiamo porre è:
Può esistere una strategia senza un adeguato controllo dinamico delle performance aziendali e degli stessi obiettivi?
Come dicevamo prima, ogni giorno è rappresentato da un giro di pista che partecipa alla strategia del gran premio (ovvero dell’esercizio), ma che muta in maniera dinamica in base al variare delle condizioni esterne e/o interne ed agli inconvenienti (rischi). Pertanto, stiamo già inserendo un’altra variabile nel nostro circuito della continuità aziendale, ovvero la variabile rischi.
Per cui l’altra domanda importante è:
Può esistere un controllo di gestione che non tiene conto dei rischi?
Continuando con le domande importanti:
Il management aziendale può fare delle scelte senza avere il supporto di un controllo di gestione che abbia anche valenza previsionale (dinamica)?

Quindi, iniziamo a parlare di budget. Il budget non può essere il business plan che usualmente si produce per la banca o per qualche pratica di agevolazione. Esso deve essere uno strumento di gestione dell’azienda dal quale devono scaturire dei riscontri all’attività del manageriale.
Collegando le varie domande vediamo che il nostro circuito della continuità aziendale comincia ad avere una logica: studiamo una strategia, ci costruiamo un modello di business, instauriamo un controllo di gestione dinamico e adottiamo un controllo dei rischi. Conseguentemente si genera un processo virtuoso di miglioramento continuo.
Il Controllo di Gestione come strumento di condivisione
Il Controllo di Gestione non può essere considerato al pari della contabilità. Ovvero la verifica e misurazione di eventi passati, ma deve divenire uno strumento dinamico e deve divenire anche uno strumento di condivisione aziendale delle variabili di gestione a tutti i livelli.

Infatti, se gli obiettivi aziendali non sono condivisi a tutti i livelli della struttura si rischia di non raggiungerli nei tempi desiderati. Questo accade quando alcune funzioni aziendali lavorano in maniera incoerente rispetto all’ottica strategica aziendale, come correre un gran premio con un forte vento contrario.
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Comprendiamo quindi come la logica della continuità aziendale trova applicazione in tutte le realtà, le attività e le funzioni aziendali. Questo come in un team di Formula 1, da chi pulisce il vetro al pilota durante la sosta ai box, a chi gestisce il motore o le altre parti tecnologiche in azienda, hanno la stessa importanza.
Non basta fare il miglior tempo sul giro per vincere il gran premio.
Il gran premio è paragonabile alla continuità aziendale.
Un’azienda è tecnologica non solo quando ha macchine ed attrezzature all’avanguardia, ma anche quando possiede gli strumenti, la strategia ed un controllo capaci di fare la differenza nella continuità aziendale con i propri concorrenti.
Nuova filosofia: formare le Persone
Un’ultima riflessione riguarda la formazione delle persone, poiché l’introduzione di una nuova filosofia all’interno dell’attività richiede l’inserimento di nuove competenze, e ciò non è scontato o immediato.
Pertanto, oltre alla formazione delle risorse affidandosi a strutture idonee, occorre tener presente la figura del Temporary Manager (di cui abbiamo parlato in un altro articolo). Questa personalità è in grado di aiutare e velocizzare i processo anche in aziende di piccole dimensioni avendo costi più contenuti.

È chiaro che prima di sviluppare all’interno dell’azienda tali competenze ci vuole tempo.
L’intervento però di una struttura specializzata in consulenza è in grado in tempi adeguati di coprire la posizione e formare anche le risorse interne. L’obiettivo è che quest’ultimi partecipino al risultato aziendale facendo azioni specifiche: nel momento giusto, nella modalità giusta e riportando in maniera adeguata le rilevazioni necessarie.
Il controllo di gestione non è una prerogativa delle grandi aziende, ma deve essere un obiettivo anche nella piccola impresa per puntare ad avere sotto controllo la propria attività.
L’imprenditore deve comprendere che ormai è necessario strutturare l’azienda e che essere eccellenti nella produzione non sempre basta in un mercato che varia con tale rapidità e dove scelte e decisioni devono essere prese correttamente e velocemente.